pagina di Tèchne di Paolo Albani

Luigi  Malerba
FABBRICARE OMBRE


    Si possono fabbricare molti tipi di ombre, più o meno estese, più o meno compatte, più o meno durature. Il genere e la forma dell’ombra dipenderanno in ogni caso esclusivamente dalla natura e dalla forma dell’oggetto che la produce. Fabbricare ombre costa fatica e denaro. Risultano più costose e laboriose le ombre perenni e di grande estensione. Teoricamente l’ombra di massima estensione e durata si può fabbricare soltanto con una montagna, ma nessun uomo vorrà affrontare il problema di fabbricare un simile oggetto. Solo Dio o i terremoti possono fabbricare montagne e quindi ombre di montagne. Un elemento che incide sul costo e sulla difficoltà di fabbricare ombre è la scelta del luogo, vale a dire dell’area fabbricabile. Se si volesse per esempio ottenere un’ombra estesa e perenne nel centro storico di Roma le difficoltà sarebbero numerose e gravi. Va detto prima di tutto che l’ombra estesa e perenne si può ottenere quasi esclusivamente con un monumento o fabbricato di mole adeguata. Costruire oggi un monumento siffatto nel centro di una città come Roma è impensabile nonostante la monumentomania degli Italiani (vedi Giosuè Carducci, “Della monumentomania degli italiani”, Prose, Zanichelli, 1961). Progettare allora un grande fabbricato da utilizzare per abitazioni o uffici, cioè un grattacielo? L’ombra di un grattacielo nel centro di una città risulterebbe comunque spezzata dai tetti delle altre case come succede con quella della Torre Velasca a Milano o quella del grattacielo costruito a Parigi vicino alla stazione di Montparnasse. Ombre gigantesche, frastagliate e fantasiose sapevano costruire dentro le città gli architetti gotici del Medioevo: il Duomo di Milano e quello di Orvieto ne sono esempi sublimi.
    Ma a quei tempi era disponibile anche l’area per creare intorno a questi monumenti delle grandi piazze che potessero accoglierne l’ombra. Ci sono poi le ombre “storiche” che è inutile tentare di riprodurre come quella del Colosseo, della Torre di Pisa, del Partenone, delle Piramidi egiziane o delle grandi Pagode cinesi. Anche l’ombra della Tour Eiffel, o quelle dei grattacieli di Hong-Kong proiettate sulla Baia di Kowloon rientrano nella categoria delle eccezioni. Teoricamente tutto si può fare, si capisce, ma la pratica in certi casi vanifica la teoria.
    Fabbricare un’ombra di grande estensione nel centro di una città pone dunque problemi quasi insormontabili e va detto subito che sarebbe comunque sprecata, mentre in una zona piana e senza abitazioni risulterebbe più netta e precisa. Un’ombra di grande estensione converrà dunque fabbricarla in campagna.
Un architetto coadiuvato da un esperto meteorologo studierà le proiezioni del fabbricato nelle varie ore del giorno durante le quattro stagioni. Compito assai complesso perché dalla forma e superficie che si desidera dare all’ombra dovrà dipendere la mole e la forma del fabbricato. [...] se si vogliono produrre ombre notturne, lunari, conviene che l’area sulla quale avviene la proiezione non sia accidentata ma il più possibile uniforme se si vuole che l’ombra abbia contorni netti. Un caso particolare di ombra artificiale è quella prodotta da luci elettriche, ma questo non rientra nella nostre prospettive.
    Si potranno produrre ombre mobili sia con automezzi sia con animali. Le ombre dei veicoli sono in realtà proiezioni e deformazioni del design originale e offrono scarse suggestioni. Bellissime invece le ombre di elefante, di giraffa, di struzzo, di cavallo, anche se del tutto inutilizzabili per fini pratici. Difficile produrre ombre di animali selvaggi e feroci come leoni, leopardi, tigri e simili. Ancora più difficile, per ragioni tecniche obiettive, produrre ombre di serpente, di coccodrillo, di lucertola e altri rettili striscianti.
    Su aree molto vaste e possibilmente poco alberate, in particolari condizioni di luce solare si potranno produrre ombre di aerei, ma si tratta di ombre fugaci e molto costose (noleggio dell’aereo, compenso del pilota, carburante) e perciò da considerare ombre di lusso per occasioni eccezionali. Nella stessa categoria vanno comprese le ombre di elicottero, di dirigibile, di aliante o di deltaplano e infine quella di paracadutista.
    Un’ombra molto comune che ci viene offerta dalla natura e che è impossibile riprodurre artificialmente è quella delle nuvole. Tentare di riprodurre le nuvole è impresa disperata. L’unico caso in cui l’uomo è riuscito a fabbricare un’ombra gigantesca come quella delle nuvole va cancellato dai nostri occhi e dalla nostra memoria: quell’ombra aveva purtroppo la forma di un fungo.
    Si potranno invece produrre a volontà ombre umane. Ombra di uomo con cappello, ombra di donna incinta, ombra di vecchio con il bastone, ombra di coniugi anziani, ombra di bambino tenuto per mano dalla mamma, ombra di ragazza in bicicletta, ombra di signora con il cagnolino al guinzaglio, ombra di donna nuda. Si tratta di ombre espressive mondane, in qualche caso un po’ manieristiche, ma assolutamente prive di rischi. Più difficili da produrre e da utilizzare: ombra di scippatore in fuga, ombra di suicida che si lancia da un ponte, ombra di rapinatore o di terrorista mentre spara. Sono ombre che risultano emozionanti soltanto se prodotte da personaggi e azioni dal vero e quindi difficili da programmare.
    Se non si dispone dei mezzi e dell’energia necessari per produrre e rincorrere le ombre altrui, ci si potrà accontentare della propria ombra. Non costa né denaro né fatica, ma nessuno può sperare di potersi rifugiare all’ombra di se stesso.


Fonte: Luigi Malerba, «Fabbricare ombre», in Luigi Malerba, Consigli inutili, Cuadernos de Filología Italiana, Servicio de Publicaciones UCM, Madrid, 4, 1997, pp. 323-338, si cita da p. 323.
Il testo è compreso, insieme a altri consigli inutili malerbiani, nel N° 22 della rivista, scaricabile gratuitamente in formato PDF cliccando qui.
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