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Rosa Maria Grillo
PER UN PROFILO ITALIANO
DI MAX AUB

Max Aub non è di certo uno sconosciuto in Italia, lo dimostrano le accurate traduzioni, dislocate nel tempo ma sempre presso case editrici prestigiose, anche se poi non c’è il riscontro di un effettivo successo di pubblico. Piuttosto si può parlare di uno scrittore di culto, per lettori raffinati attratti dalla impossibilità della catalogazione, della definizione banalizzante e dell’inquadramento in un orizzonte d’attesa predefinito. E questo sicuramente contraddistingue il Max Aub italiano rispetto a quello spagnolo, riconoscibile e riconducibile invece in una dimensione impegnata di "scrittore dell’esilio" grazie ai monumentali Campos (sei romanzi sulla guerra civile e i campi di concentramento) che, insieme ad impareggiabili Cuentos, formano la complessa struttura del Laberinto mágico. E’ vero che, in questi tempi di postmodernità, anche in Spagna si è affacciato un interesse specifico per quelle opere "disimpegnate" e "ludiche", indefinibili e sconcertanti, come Jusep Torres Campalans o Juego de Cartas, e mostre e convegni sono stati dedicati alle sue incursioni nelle arti pittoriche e ai suoi rapporti con le avanguardie, ma l’immagine sua che si è imposta  è quella dell’addolorato combattente, dell’esiliato per eccellenza, dello sconsolato viaggiatore che, tornato in Spagna per un breve viaggio, ha scritto un desolante diario di denuncia della Spagna durante il franchismo. Quindi, ancora una volta, l’Aub impegnato, l'Aub postavanguardia quando non anti-avanguardia.
In Italia invece, a parte i testi teatrali curati da Dario Puccini e indubbiamente scaturiti da un’esigenza di denuncia (San Juan è una delle più terribili accuse all’insipienza della politica internazionale, purtroppo di nuovo così alla ribalta) e Barcellona brucia (uno dei tasselli del Laberinto mágico) sicuramente è più attiva e più immediatamente riconoscibile l’immagine dell’Aub virtuosista e giocoliere, o potremmo dire, precocemente postmoderno. Un Aub che, anche nei momenti più tragici, personali e collettivi, non ha mai rinunciato a una nota di humour e ironia e che, anche nei testi più disimpegnati e ludici, ha sempre mantenuto vivo, spesso provocatoriamente, l'appello a favore dei valori della libertà, della tolleranza e del rispetto della diversità di cultura e di opinione. Così, dopo i primi studi sulla sua opera che avevano individuato una dicotomia o una evoluzione diacronica tra i poli del ludus e dell’impegno, gli interventi più accorti hanno puntato sulla compresenza e complicità tra le due sfere che, con modalità e percentuali diverse, accompagnano tutti i suoi scritti, primo fra tutti  Jusep Torres Campalans, divertita biografia di un pittore immaginario amico di Picasso di cui si pubblicano anche i quadri e un quaderno di appunti, che nasconde una dolorosa presa d’atto della impossibilità di qualsiasi internazionalismo pacifista, stravolto dagli interessi dei nascenti imperialismi tra '800 e '900, nonché una critica pungente a critici e studiosi d’arte che nascondono paure ed incertezze di fronte al “nuovo” con asserzioni assiomatiche e categoriche. Libro questo straordinariamente moderno che grazie a una architettura perfetta e credibile, all'uso sapiente e misurato della parodia e del pastiche, e all'amalgama, con divertita perizia e arguzia, di livelli referenziali e finzionali, ha all'epoca ingannato critici e studiosi rinomati, e continua, ancor oggi, a divertire e a interessare sia il lettore complice che il più sprovveduto lettore occasionale.
E significativamente sul riconoscimento della inscindibilità dei due poli - del gioco e dell'impegno - nell’opera di Aub sono stati dedicati due Convegni svoltisi in Italia, a quasi dieci anni di distanza, con i cui indici ed indicazioni bibliografiche vogliamo concludere questo breve ricordo di Max Aub, nel centenario della nascita.
Nel primo, svoltosi presso l’Università di Salerno nel marzo 1994, corredato da una esposizione dei suoi "falsi" più significativi, si è voluto privilegiare la produzione aubiana legata al "falso", sia formale che contenutistico, letterario, artistico o storico, espresso in forme modernamente multimediali in cui Max Aub non solo esercita il grande dono della versatilità (narratore, poeta, critico, storico, pittore, saggista, giornalista, sceneggiatore cinematografico, direttore radiofonico e inventore di riviste, grafico e tipografo) ma sperimenta le diverse possibilità della utilizzazione del falso, dal puro gioco (Juego de cartas) al più severo impegno (El teatro español sacado a luz de las tinieblas de nuestro tiempo, “El Correo de Euclides”, Imposible Sinaí, ecc.). 
Nel secondo, tenutosi a Verona nel giugno 2003, si è invece privilegiato lo studio della sua produzione teatrale, nella cui estrema varietà formale ugualmente convivono le diverse istanze e finalità di tutta la sua scrittura, tra la farsa e la tragedia.

La poetica del falso: Max Aub tra gioco ed impegno, a cura di Rosa Maria Grillo, Napoli, E.S.I., 1995, pp. 216.
Interventi: Presentazione di Carla Perugini, Falso e dintorni di Rosa Maria Grillo, Ai confini del vero e del falso di Angelo Trimarco, Il gioco della menzogna di Michele Cesaro, Una lectura cubista en la obra de Max Aub di Miguel Angel González Sanchis, Desficcionalización versus desrealización en la narrativa de Max Aub di José Antonio Pérez Bowie, Finzione o Falsità? di Achille Mango, Il falso a teatro di Silvia Monti, Max Aub: académico comprometido o lúdico posmoderno di Hub. Hermans, Max Aub y la invención de una Academia Española di Eleanor Londero, Rimozione storica, alterazione del reale e finzione ne El teatro sacado a luz de las tinieblas de nuestro tiempo di Veronica Orazi, Verità e nostalgia da avanguardia nel Jusep Torres Campalans di Dario Puccini, Un Sinaí imposible: entre la verdad, la superchería y el deseo di Pilar Moraleda García, I falsi scoop de “El correo de Euclide” di Salvatore Casillo, Esercizi apocrifi: antología traducida di Max Aub di Antonella Cancellier, Falsi Generali, Franco e il suo Doppio in Max Aub e in Manuel Vázquez Montalbán di Carla Perugini. 

Max Aub dalla farsa alla tragedia, a cura di Silvia Monti e Lucio Basalisco, in corso di stampa.
Interventi: “El rapto de Europa” y las falacias del universalismo di José María Naharro Calderón, “De algún tiempo a esta parte”: primera pieza aubiana del ciclo judío di Lucio Basalisco, “De algún tiempo a esta parte”: la tragedia europea en clave de monólogo de Javier Lluch, Res domestica, res publica: “La vida conyugal” de Max Aub di Luis Llorens Marzo, Max Aub o el teatro que no fue di Nel Diago, La puesta en escena del “San Juan” di Juan Carlos Pérez de la Fuente, Botánica y palingénesis en “Fábula verde” di Antonella Cancellier, Entre la farsa y la tragedia en compañía de un cuervo y un árbol di Rosa Maria Grillo, La revista “Sala de espera”: una tragedia en tres actos di Francisco Caudet, Aub frente al teatro y al cine di José Antonio Pérez Bowie, “El desconfiado prodigioso” y “Jácara del avaro”: estilización del teatro clásico y de vanguardia di Marcella Trambaioli, Teatro, historia y política en “Cara y cruz” de Max Aub di Manuel Aznar Soler, El Che y la revolución en Bolivia di Vicente Górriz, “El tragaluz”-“El cerco”: una coincidencia en la distancia di Miguel Angel González Sanchis, Tradición y modernidad en la representación de “El cerco” di Ana Llorente, Iconografía de “El cerco” di Ana Llestín, Díptico maxista di Ignacio Soldevila.

Testi di Max Aub in italiano:

- L’impareggiabile malfidato (Tre atti unici), traduz. e cura di Dario Puccini, Torino, Einaudi,   1965.
- Storia della letteratura spagnola, traduz. e cura di Dario Puccini, Bari, Laterza, 1972.
- San Juan, introd. e traduz. di Dario Puccini, Torino, Einaudi, 1974.
- Delitti esemplari, traduz. e nota di Lucrezia Panunzio Cipriani, Palermo, Sellerio, 1981.
- Jusep Torres Campalans, trad. Giuseppe Cintioli, Palermo, Sellerio, 1992.
- Buñuel: il romanzo, introd. di Federico Alvarez, traduz. di Lucrezia Panunzio Cipriani, Palermo, Sellerio, 1992.
- Barcellona brucia, traduz. e cura di I. Delogu, Editori Riuniti, 1996.

Tra le monografie su Max Aub pubblicate in Italia, ricordiamo Sala d’attesa, il teatro incompiuto di Max Aub di Silvia Monti (Roma, Bulzoni 1992) e Formas de la elusión. Cinco estudios sobre Max Aub di Eleanor Londero (Soveria Mannelli, Rubbettino 1996).


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