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Max Aub
IL CORRIERE DI EUCLIDE
(El Correo de Euclides) 

traduzione e nota critica
di Anna Busetto Vicari


IL CORRIERE DI EUCLIDE
Periodico conservatore 
N° 2, 31 dicembre 1962

Paradiso Aperto a Tutti dalla prossima settimana.
Notizia esclusiva trasmessa dal nostro satellite nella via Lattea
Prodigiosa scoperta dell'astronauta cinese King-Yu-Tzen.
La leggera e imprevista deviazione di 400 milioni di km. lo porta a un satellite ancora senza nome.
17 milioni di anni indietro in 78 giorni di volo.
Applanetaggio forzoso del XTW 1003, senza maggiori danni, in uno dei Quattro Fiumi.
Il colonnello cinese nel Giardino dell'Eden.
L’insperato arrivo in tempo davanti all’Albero in mezzo al Frutteto.
Quando Adamo andava a mordere la mela il cosmonauta gridò: 
No! –
Sorpresa di Adamo, disgusto di Eva, furia del Serpente.
Siamo tutti più o meno uguali.
Sospetto del LI Concilio Mondiale nei confronti dei risultati pratici della scoperta: possibile allentamento di tutte le attività sulla terra.
In calo la media di produzione di automobili e aerei di media portata.
Misteriose tracce di una civiltà anteriore.
Di Giovedì i biglietti della compagnia di Turismo Interstellare


IL CORRIERE DI EUCLIDE

Periodico conservatore 
N° 7, 31 dicembre 1968

Ora sapremo perché siamo stati abbandonati,
secondo una rivelazione del Senatore Smith, nella 
Commissione delle metamorfosi Antinordamericane:
Dio creò la terra per un’informazione sbagliata della C.I.A.
Informazione esaustiva per la possibile responsabilità dell’esistenza di Satana e dell’Inferno.
Ragione sufficiente perché non sia stata contestata
una delle domande più famose del corso della Storia.
Possibilità di un nuovo Concilio.
L'argomento sarà trattato domani nel Consiglio di sicurezza.
Possibile veto dell’URSS.


Nota

Stiamo assaggiando una figura d’indisciplinato della letteratura, che ci piace molto perché la sua indisciplina tra i generi è anche ciò che lo rende libero di andare a caccia di immagini e parole in tempi di coprifuoco (la dittatura franchista).
Aub, però, fu sempre presente alla sua vita e a quella del mondo (in particolare la guerra civile spagnola).
“Credo di non aver il diritto di tacere sempre quello che ho visto  per scrivere quello che immagino”. 
Molti dei suoi libri sono descrizioni della guerra civile spagnola, complesse quanto ricche delle sue capacità di saggista, scrittore teatrale, giornalista (tra le innumerevoli attività di Aub ci fu anche quella di direttore del quotidiano La verdad).
El Correo de Euclides, dal nome della strada doveva Aub viveva nel suo esilio messicano, appartiene alla seconda specie di scrittura: è un omaggio ridondante e divertente alla tipografia e all’immaginazione.
Ristampati in copia anastatica nel 1993 dalla Fondazione Aub di Segorbe, questi Correos (fogli di 40x50), sono una sorta di giornale che Aub inviava agli amici, per una riflessione di fine anno (ogni numero è datato 31 dicembre).
E chi ci dice che meglio si rifletta su ciò che appare dritto, dal verso della consuetudine, o invece che una nuova riflessione non nasca proprio a uno specchio che ci mostra come non siamo o come non ci vediamo, dove i fatti e le parole balzano fuori non solo all’incontrario, ma in un’insolita possibilità che nessun uomo ha progettato, e nemmeno "considerato"? 
Laddove, nell’antico linguaggio augurale, la considerazione è la constatazione di una presenza stellare, cioè l’opposto del desiderio, costituito invece dall’assenza. 
E qui Aub fa lo “sconsiderato” e immagina una sorte beffarda dell’uomo e della terra, con una scrittura satellitare fatta di burleschi scoop giornalistici, che arrivano come meteoriti che inciampano sulle nostre orbite, e le fanno divertire mentre scorrono le righe del suo “periodico conservatore”.
Il sottotitolo “conservatore” sembra contraddittorio rispetto alla quantità di nozioni qui presentate a rovescio e in generale rispetto a una figura che ha fatto di tutto per distruggere parole e immagini precostituite. 
Ma forse potrebbe essere, dall’esilio in cui Aub ha vissuto la seconda parte della vita, l’espressione di un desiderio: “conservare un ordine umano, etico, bello, coerente” di cui guerre e soprusi hanno stravolto ogni prospettiva. 
“Dal momento che dobbiamo mentire facciamolo a fin di bene” si legge tra i principi d’estetica di Jusep Torres Campalans.
Nel Correo leggiamo notizie esclusive di mondo, spazio e tempo a rovescio: “No nos vemos como nos ven.” 
E se non riusciamo a vederci come gli altri ci vedono, la colpa è anche nostra che abbiamo fabbricato specchi imprecisi. E dunque, per cominciare: “Dal mese prossimo specchi corretti”.
Una delle divertenti visioni a rovescio è quella che Aub descrive in un “teorema matematico” applicato all’albero genealogico, dove ciascuno di noi, singolo, è il tronco e risalendo indietro nel tempo, vede moltiplicarsi il numero dei rami-antenati fino a cifre da capogiro, in una serie che comincia così: 
1(io), 2 (genitori), 4 (nonni), 8 (bisnonni), 16 (trisavoli, e siamo già nel settecento); dal che Aub deduce che una volta la popolazione era molto più numerosa di adesso.
Saltano le teorie demografiche, il futuro s’inverte col passato, il mondo viaggia velocemente verso una cellula iniziale. 
Diventa davvero difficile, nel gioco di Aub, decidere quale sia il diritto e quale il rovescio, ma insieme alla burla evidente si insinua una nota libera sulla vita dell’uomo e della terra che lo ospita: dove il diritto è etimologicamente legato alla regola (sancita dall’uomo), così come il rovescio è legato alla vertigine (che l’assenza di regole ci dà).


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