L'INCERTEZZA DEI PERCHE'
Esercizio svolto
da alcuni studenti
dell'Univeristà del Progetto
di
Reggio Emilia


Perché esistono i banchi di nebbia?
Per gli studenti con la testa fra le nuvole.

Perché quando il gatto non c'è i topi ballano?
Perché il gatto è un pessimo deejay.

Perché i carcerati hanno gli abiti a strisce?
Per ricordargli la visione del mondo attraverso le sbarre.

Perché i ladri hanno tante donne?
Perché fanno sempre colpo.

Perché le dita dei piedi non salutano mai?
Perché non sono alla mano.

Perché sessanti minuti fanno un'ora?
Perché sessanta grassoni non ci starebbero.

Perché la calamita non attrae la plastica?
Perché la plastica ha gusti difficili.

Perché a volte nevica?
Perché le nuvole sono stressate e hanno la forfora.

Perché è importante avere proprietà di linguaggio?
Perché altrimenti il tuo linguaggio apparterebbe a un altro.

Perché nel 1492 Colombo decise di scoprire l'America?
Perché lei aveva caldo.

Perché la pioggia scende dal cielo?
Perché se salisse da terra dovremmo camminare sugli ombrelli.

Perché non si mettono le dita nel piatto?
Perché altrimenti le posate non avrebbero il manico.

Perché in autunno cadono le foglie?
Perché se cadessero gli alberi arriverebbe prima l'inverno.

Perché il sole è rotondo?
Perché se fosse quadrato non avrebbe i raggi ma le diagonali.

Perché agl'impiccati piacciono i dolci?
Perché sono presi per la gola.

Perché le persone prive di arti inferiori sono veloci?
Perché corrono a gambe levate.

Perché quando rispondiamo al telefono diciamo pronto?
Perché se dicessimo via il nostro interlocutore partirebbe in quarta.

Perché affogando in mare si beve?
Perché con tutto quel sale viene una gran sete.

Perché molte volte ci sediamo sul letto?
Perché gli altri mobili sono scomodini.

Perché l'acqua del mare è salata?
Perché se fosse dolce gli squali ci troverebbero insipidi.

Perché per Natale si addobbano gli abeti?
Perché sul salice piangente i regali scivolerebbero.

Perché le formiche camminano in fila?
Perché fuori dalla fila perderebbero il posto in mensa.

Perché gli Indiani avevano le penne?
Perché non avevano ancora scoperto le matite.



Nota

A volte un perché? può essere fonte d'incertezza, suscitando in chi raccoglie la domanda risposte non sempre congrue e pertinenti.
L'antologia di perché? qui pubblicati, con relative risposte, è nata durante un "laboratorio di scrittura incerta" da me tenuto nei mesi di settembre e ottobre 2000 presso l'Università del Progetto (U.d.P.) di Reggio Emilia, un "ambiente progettuale" che sviluppa le capacità e forma le abilità verso le professioni del design, della comunicazione e della produzione radio-televisiva.
L'esercizio consisteva nel formulare dei perché? banali, semplici, disarmanti e anche un po' cretini, cui dare una risposta imprevedibile, bizzarra, divertente. Il modello di riferimento erano i perché? formulati da Umberto Eco in una sua Bustina di Minerva: "Perché le banane crescono sugli alberi? Perché se crescessero raso terra sarebbero subito mangiate dai coccodrilli. Perché gli sci scivolano sulla neve? Perché se scivolassero sul caviale gli sport invernali sarebbero troppo costosi. Perché le dita sono cinque? Perché se fossero sei, i comandamenti sarebbero dodici. Perché i bicchieri sono aperti in alto e chiusi in basso? Perché se fosse il contrario i bar andrebbero in fallimento. Perché le unghie crescono e i denti no? Perché altrimenti i nevrotici si mangerebbero i denti" (Umberto Eco, La Bustina di Minerva, Milano, Bompiani, 2000, pp. 311-312).
Gli autori dei perché? sono: Katia Beccari, Tania Belletti, Daniela Bellotti, Roberta Bigi, Antonietta Casini, Domenico Catalano, Elisa Cavedoni, Fabio Cepelli, Elena Conversi, Eleonora Grasselli, Paolo Montanari, Francesca Mordacci, Gianluca Polinori, Juri Romanini, Simona Trungadi.



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