sito della rivista Tèchne di Paolo Albani

Paolo Nori
LA RIVISTA DELLE MODESTE PROPOSTE,
PERDERSELA È UN PECCATO


    La settimana scorsa, Paolo Albani, un signore di Marina di Massa che da anni abita a Pistoia e che ha insegnato per anni economia a Trieste, se non mi sbaglio, membro dell’OpLePo, Opificio di letteratura potenziale (versione italiana dell’OuLiPo, quella di Queneau e di Perec), autore di un Dizionario delle lingue immaginarie (Aga Maféra Difùra, Zanichelli 1994), di un’Enciclopedia delle scienze anomale (Forse Queneau, Zanichelli 1999), di un Catalogo ragionato di libri introvabili (Mirabiblia, Zanichelli 2004) e di un Dizionario degli istituti anomali nel mondo (Quodlibet 2009), la settimana scorsa, a Bologna, mi ha regalato l’ultimo numero della rivista che dirige, Tèchne, rivista pubblicata dall’editore Campanotto di Udine e che esce, da 25 anni, con cadenza irregolare.
    L’ultimo numero è uscito nell'ottobre del 2011,  è il numero 20 e ha, come tema, le modeste proposte, e contiene più di trenta contributi tra i quali quello di Alphonse Allais che si chiede, dal momento che la parte meridionale della Francia si chiama Meozzogiorno, e dal momento che si può dire, per esempio: «I medici gli hanno consigliato di passar l’inverno nel Mezzogiorno», come mai altre parti della Francia non si possono chiamare, per esempio, Mezzanotte, o Quattro meno un quarto, e propone un ingegnoso sistema di meridiani e parallelli che, se adottato, permetterebbe di riconoscere un quadratino relativemente piccolo di territorio francese con l’indicazione: «Martedì alle sette e un quarto», o: «Domenica alle 21».
    Nell’ultimo numero di Tèchne si trovano poi anche, fra le altre, la proposta di Prezzolini di trasportare la sede del Parlamento da Montecitorio a Montecatini, la proposta di Aldo Buzzi di condannare all'ergastolo quelli che, «dopo aver nominato New York, se devono nominarla un'altra volta dicono la Grande Mela», i consigli pratici di Juan Rodolfo Wilcock su come eliminare i critici («conviene ungersi con scrupolo il corpo di bitume caldo prima di andare a letto, avendo cura di fare eseguire la stessa operazione agli altri membri della famiglia, moglie figli e suoceri se ancora in vita. Così unta l’intera famiglia locataria o proprietaria dell’appartamento dovrà aggirarsi per le stanze, servizi e scale dello stesso, meglio se scalza e in mutande, cantando salmi, sbattendo casseruole e comunque facendo il più rumore possibile finché tutti i critici della casa non saranno usciti dai loro nascondigli per avviarsi in cucina. I recensori intontiti vengono facilmente catturati con retine di nailon appositamente fornite in un grosso bottiglione con in fondo due dita di acido erusico finissimo per critici. Un altro sistema consiste nell’infilare un chilo di ranocchie regolarmente distanziate in un lungo filo di canapa resistente, previamente immerso nel bitume rammollito: i critici avidi si precipitano sulle ranocchie attirati dall’odore e finiscono infilzati anch’essi, con notevole risparmio di tempo e di bitume»), e le istruzioni, sempre di Wilcock, su come somministrare i premi letterari («Gli autori vengono coricati ciascuno sul suo letto, su materasso un po’ duro, con la testa lievemente sopraelevata e un cuscinetto sotto il bacino, le gambe semiflesse, divaricate, la camicia tirata verso lo sterno, le gambe semicoperte. Gli autori dovranno respirare tranquillamente, rilasciare i muscoli, lasciar fare con serenità. Avranno tra le gambe una bacinella. Dopo un intervallo di consultazione, la giuria prende il premio letterario, ben lubrificato, l’inserisce improvvisamente in uno degli autori e lo spinge avanti con dolcezza. Il premio procede, in genere, senza difficoltà per 10-12 cm. Se si avverte una resistenza, si ritira alquanto il premio, lo si scuote leggermente e si ritorna a spingere con delicatezza, imprimendo all’autore qualche movimento di rotazione, fino alla totale premiazione. Gli altri autori possono nel frattempo rivestirsi. Dopo l’operazione, il premio letterario va accuratamente lavato, asciugato e riposto»), i consigli che Giorgio Manganelli dà al presidente Pertini per evitare l'eccessiva popolarità («farsi assegnare – per esempio – un diritto di rigore, per cui può fare imporre un qualsivoglia numero di rigori ad una qualunque squadra di calcio, anche a partita finita, con un semplice colpo di telefono»), l'idea di Ugo Cornia di fatturare i rapporti sessuli tra coniugi (e anche tra coppie di fatto e fidanzati), con l'immediato risultato, da più parti auspicato, di un innalzamento del PIL, la proposta di Roberto Bolaño di costruire, a Santiago del Cile, in piazza Italia, una statua al poeta Nicanor Parra, fratello della più nota Violetta Parra, il quale, negli anni settanta, a Santiago del Cile, scriveva: «I mariti dovrebbero seguire un corso per corrispondenza,  se non osano farlo di persona, sugli organi genitali della donna; c'è una grande ignoranza in proposito: chi mi saprebbe dire per esempio che differenza c'è tra vulva e vagina, eppure credono di avere ogni diritto di sposarsi come se fossero esperti in materia; risultato: problemi coniugali, adulterio calunnie separazioni e poi chi ci rimette sono i figli».
    In conclusione, a me è piaciuto molto, il numero 20 della rivista Tèchne, e ne raccomanderei la lettura, se non fosse che, a pochi mesi dall'uscita, a cercarla su Internet Bookshop, si vede che è già di difficile reperibilità, come la maggior parte delle riviste letterarie; non solo nelle librerie virtuali, anche nelle librerie reali i settori dedicati alle riviste letterarie mi sembra siano spariti; le riviste letterarie, mi sembra, non si trovano più in libreria, anzi, le riviste letterarie mi sembra non si trovino più, a meno che non se ne conoscano i direttori, come Paolo Albani, che è un signore di Marina di Massa che da anni abita a Pistoia e che, quando insegnava economia (se non mi sbaglio a Trieste), cominciava l'anno accademico rivolgendosi agli studenti in questo modo: «Economia; econotua; econosua; econonostra; econovostra; econoloro. Economista».

Il Foglio, 8 maggio 2012, p. 2.

Di questa recensione ha parlato anche, sempre l'8 maggio 2012, Edoardo Camurri a Pagina 3, programma radiofonico di approfondimento delle pagine culturali e dello spettacolo su Rai Radio 3, ascolta qui.

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